Leggendo l’articolo intitolato “Ex Diatto, il progetto va avanti” apparso sul quotidiano on-line Torino Oggi in data 20 settembre a firma Andrea Parisotto non possiamo esimerci dal fare alcune precisazioni importanti.
L’articolo esordisce raccontando l’ottimismo dei residenti della Circoscrizione 3 circa il progetto di riqualificazione dell’area Diatto. In merito, non ci risulta che le istituzioni cittadine si siano confrontate con i residenti del quartiere circa il cosiddetto progetto di riqualificazione. L’Associazione Amici di via Revello (associazione di residenti) è stata l’unica realtà che ha indetto una riunione aperta alla cittadinanza negli spazi dei Giardini Cenisia per illustrare il progetto e raccogliere impressioni e suggerimenti. La riunione, che si è tenuta il giorno 3 settembre ultimo scorso, ha fatto emergere più perplessità che ottimismo.
Infatti, durante l’incontro di presentazione del nuovo progetto dell’area Diatto, avvenuto in data 16 settembre 2020 presso la terza circoscrizione, ci siamo fatti portavoce delle numerose richieste di chiarimenti che sono emerse dai cittadini della circoscrizione. Nello stesso incontro una parte dei consiglieri di circoscrizione ha raccolto la nostra proposta, chiedendo un nuovo incontro di discussione aperto alla cittadinanza, sulle osservazioni che la nostra associazione di quartiere ha sollevato direttamente agli uffici tecnici del comune. Auspichiamo che l’assessore Iaria dia un seguito formale a tali proposte, in nome della partecipazione democratica.
La prima preoccupazione riguarda il fatto che, stando all’attuale formulazione del PEC, non sarà completata la bonifica dei terreni dell’area, che la proprietà attuale (Prelios) non hai mai voluto portare a termine. Nel terreno restano infatti residui tossici e cancerogeni risalenti al periodo in cui l’area divenne un impianto chimico (Sinia Viscosa).Il nuovo PEC prevede addirittura il riutilizzo delle stesse terre di scavo per completare l’opera.
Il terreno verrà sostanzialmente svenduto (poco più di 800mila euro) ad un investitore straniero che porterà in quartiere l’ennesimo studentato di lusso dato che in quartiere ne esistono già ben 3 che erano già sottoutilizzati, ma che allo stato attuale risultano praticamente vuoti.
Il progetto si concretizza poi nella ennesima colata di cemento per costruire un palazzo di sei piani, esteticamente brutto, come risulta dagli stessi rendering del progetto, che snatura definitivamente l’area della storica fabbrica.
Tutto ciò, in un quartiere in cui mancano sempre più servizi pubblici: la biblioteca per esempio è ormai chiusa dal 2015; mentre i nuovi spazi di via Cumiana 15, ristrutturati con soldi pubblici, sono stati de facto consegnati ad un privato con una convenzione che suscita parecchi dubbi
Il parco che verrà realizzato nell’area Diatto non sarà pubblico a tutti gli effetti, ma dato in gestione alla società proprietaria del nuovo studentato. I proprietari/gestori potranno aprirla o chiuderla al pubblico a loro piacimento in quanto il PEC non prevede neanche un numero di ore o di giorni minimo destinato all’uso pubblico.
Per quanto riguarda gli edifici su via Frejus, che torneranno di proprietà pubblica, conosciamo da tempo l’interesse del Politecnico sullo storico capannone. Tuttavia, ad oggi, non risulta alcun accordo tra il Comune e il Politecnico stesso e ciò non ci rassicura sul suo futuro utilizzo. Perciò l’impegno del rettore Saracco è apprezzabile, ma per adesso si tratta solo di buoni propositi mentre, per contro, il PEC stabilisce che qualora non venga formalizzato l’impegno del Comune su questo edificio, la Società proprietaria dello studentato potrà utilizzarlo come magazzino.
Concludendo rispetto al precedente progetto del 2012 sono stati fatti dei passi avanti riducendo la cubatura di cemento, ma noi abitanti del quartiere non siamo comunque soddisfatti delle scelte fatte dall’amministrazione Appendino e dall’assessore Iaria.
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