Ieri finalmente l’assessore Lo Russo ha deciso di partecipare al consiglio di circoscrizione aperto come attendevamo dall’autunno scorso, ma di confrontarsi con i cittadini non ne aveva alcuna voglia.
Quello che ha fatto è stato lo show di un agente immobiliare intenzionato a vendere a noi cittadini il suo prodotto: Prelios continuerà a gestire l’operazione di bonifica, che sarà ripresa e terminata in nove mesi, e di riqualificazione, ahimè qui non vengono dati tempi, consistenti in nuove palazzine di 6/8 piani uno striminzito giardino nascosto e un area di uso pubblico su cui il comune non ha alcuna proposta, come mostra l’assessore offrendo un centro anziani nel goffo tentativo di conquistare almeno la simpatia di un’anziana partecipante al dibattitto. Il tutto garantito dal Pec votato dal consiglio comunale di Torino nell’ottobre 2012, su cui però non è stata mai firmata la definitiva convenzione. Quindi il migliore dei mondi possibili? Lo show svela subito le macerie sotto le parole patinate.
L’Arpa ha ammesso che, secondo comunicazione avuta da Prelios, la bonifica avrebbe dovuto essere già iniziata, ma prontamente Lo Russo afferma che forse dovremo attendere maggio per vedere la ripresa dei lavori. Forse? La salute dei cittadini può attendere secondo il nostro immobiliarista a palazzo civico
La certezza sui tempi della bonifica è il primo motivo per cui richiediamo la restituzione dell’area all’amministrazione pubblica: solo così potremo avere tempi certi sulle operazioni a fronte di un privato Prelios che non si è fatto scrupoli nel passato di non pagare le ditte che eseguivano i lavori di bonifica. Per questo motivo venne chiuso il cantiere di bonifica e non certo per la nostra occupazione che avvenne prima dell’abbattimento della Diatto, come ha dovuto ammettere lo stesso assessore.
Un secco no ci è stato risposto proprio quando abbiamo richiesto di rifarsi sul gestore privato Prelios per lo scempio prodotto con l’abbattimento di un manufatto storico come era la Diatto e la successiva responsabilità sulla salute dei cittadini interrompendo il cantiere di bonifica, nonché sulla gestione dissennata del Fondo speculativo Città di Torino che ha oggi un ammottare di circa 120milioni di perdita.
Impossibile per chi come Lo Russo ha messo la sua faccia con i privati, pretendere ora da loro i danni: capiamo assessore che abbia le mani legate, ma è un peccato perché potremmo ottenere facilmente non solo il denaro della clausola fideiussoria, ma anche un bel po’ di milioni dai danni causati da suoi soci privati, come abbiamo tentato di spiegargli durante il consiglio di ieri.
Il resto è stato un muro di gomma, condito da “no!” “impossibile” ad ogni nostra proposta e domanda, come se la città fosse ormai vincolata a doppio filo con i grandi costruttori e palazzinari.
Impossibile immaginare di avere un centro per i giovani, un co working, una biblioteca: a Torino tutti i miglioramenti degli ultimi venti anni si sono avvenuti grazie alla costruzione di alloggi è questo che l’assessore ci ripete ossessivamente.
Impossibile riconsiderare la scelta di gestione fatta con il Fondo speculativo Città di Torino: come ha detto Fassino sulla Cavallerizza, ci ripete Lo Russo sulla Diatto “Grazie ai privati uno spazio pubblico diventa utilizzabile”. Eppure ci sfugge proprio come un fondo che ha come scopo (citiamo dal regolamento del fondo approvato dalla banca d’Italia il 15 gennaio 2009) “la gestione del fondo [sarà] finalizzata all’ottimizzazione del profilo economico, reddituale e finanziario dello stesso, con l’obbiettivo di massimizzare il risultato netto da ripartire tra i partecipanti” possa fare gli interessi del pubblico. Potrebbe almeno restituirci ciò che ci deve per legge: invece ci sentiamo rispondere di NO!
In questo paese pagano sempre i deboli: così noi cittadini continuiamo a respirare veleni, mentre imprenditori e banche continuano impunemente a fare i loro affari al di sopra di ogni legge!
Il PD e le opposizioni, salvo la consigliera Paoli del M5S, sono rimasti sordi alle nostre richieste, non ne hanno appoggiata nessuna votando a fine consiglio un platonico ordine del giorno in cui si chiede la ripresa dei lavori di bonifica.
Eppure sappiamo che abbiamo toccato un nervo scoperto dell’amministrazione di Fassino (e di Chiamparino prima), un nervo perverso che percorre tutta la città dal lussuoso centro alle periferie vandalizzate da cantieri aperti e mai finiti come ha ammesso lo stesso assessore. Sappiamo che la questione è diventata di dominio pubblico esclusivamente per l’impegno e le mobilitazioni che noi cittadini abbiamo organizzato e non certo per la volontà del Pd di ridiscutere la gestione e la valorizzazione del patrimonio pubblico torinese con i propri concittadini
Abbiamo fatto delle ragionevoli proposte per porre fine a questo sperpero di denaro pubblico e tutti i partiti non ha saputo che dire NO!
Se questa per voi è democrazia…
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