Si sono tenuti ieri sera i funerali della ex fabbrica torinese Diatto-snia rischiosa.
A rendere omaggio alle macerie un esiguo gruppo di torinesi, celebrava la funzione Sergio Donna con l’accompagnamento musicale del cantautore Novajra, a rappresentare le autorità il presidente della circoscrizione 3 Daniele Valle.
Funerali un pò tardivi direte voi, visto che la fabbrica è stata abbattuta a giugno, ma il libro che celebra la gloriosa storia delle due fabbriche scritto da Donna è uscito solo adesso (DIATTO & VISCOSA Due leggendarie fabbriche torinesi del Novecento in Borgata Cenisia di Sergio Donna Prefazione di Bruno Gambarotta Illustrazioni di Leonora Camusso), le ruspe sono state molto più veloci di lui.
Sergio Donna, oltre ad essere scrittore di fatti noti, (la storia della Diatto è ampiamente illustrata in questo sito e non solo), fa parte del Consiglio della Circoscrizione 3 la quale ha dato parere favarevole all’abbattimento della storica fabbrica evidenziando solo alcune criticità, forse per scaricarsi un minimo la coscienza.
Alla serata ha partecipato, senza essere stato invitato, anche il Comitato SniaRischiosa. Dopo 40 minuti di strazianti elogi/ricordi, punteggiati da espressioni come “è fondamentale mantenere viva la memoria delle grandi fabbriche del quartiere, come la Diatto e la viscosa, nel rispetto della loro storia gloriosa”, e infarciti di rievocazioni degli scioperi contro il fascismo del ’43, di quelli per il pane del ’17, di Nuvolari e dello splendore sabaudo in un malassemblato polpettone, il comitato ha interrotto la farsa e preso la parola chiedendo come mai se la memoria storica suscita tanto interesse la Circoscrizione non ha fatto nulla per fermare prima l’avvio del progetto e successivamente l’abbattimento. Perchè l’atteggiamento della Circosrizione 3 nei confronti delle speculazioni che stanno e hanno già in gran parte stravolto la faccia del quartiere resta supino ai voleri del partito del cemento? Perchè, Presidente Valle, anche lo scorso giovedì nella seconda riunione in consiglio comunale, dove si discuteva la petizione presentata dal comitato non eri al nostro fianco, quindi a fianco dei cittadini che tu dovresti rappresentare?
Anche questa volta le nostre domande non hanno avuto una risposta, anzi il nostro intervento è stato definito di disturbo alla piacevole chiacchierata di tono famigliare che si stava svolgendo e siamo stati invitati ad andar via. Un signore molto piemontese ha detto che si parlavando anche di cose serie “come degli scioperi contro il fascismo”.
E sì, bisogna eloggiare il morto e il suo passato, ma non dobbiamo chiederci chi ha voluto mozzare la testa alla cisterna.
Non entriamo nel merito del libro, ma riteniamo la copertina, che riporta una illustrazione della cisterna con la scritta museo storico, già di cattivo gusto, sia perchè prende spunto da un idea che il comitato aveva avuto di utilizzarla come museo storico dedicato alla memoria del quartiere, cosa discussa con l’architetto Cilli, sia perchè proprio la cisterna è stata il simbolo di tutta la nostra battaglia contro la Sovrintendenza che ne fa una erronea datazione, e che è stato il primo pezzo ad essere demolito dalle ruspe il 5 giugno.
Un’ultima riflessione va rivolta ai cittadini che ieri sera erano presenti: la memoria del quartiere va “difesa” non solo quando è passata a miglior vita, ma anche nel presente, tutti i giorni, scendendo per le strade a fermare la demolizione della nostra memoria. Per far cambiare le cose non è mai troppo tardi, si può ancora fermare il progetto che Prelios, su mandato di Intesa San Paolo e con il beneplacito del comune, ha intenzione di realizzare.
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