Intervista ad Emilio Soave

Venerdì scorso la trasmissione Metix Flow di Radio Blackout ha aperto un’ampia finestra sulla ex Diatto, ( qui l’audio completo della trasmissione) prima con la letura di alcune pagine da un testo di Mario Montagnana che rievoca un episodio avvenuto alla Diatto nel 1917 (dal minuto 6 al minuto 10) e poi con un’intervista ad Emilio Soave, che ha riassunto i temi trattati con noi nella serata del 13 (dal minuto 13 al minuto 40 circa).
Nell’intervista Soave rievoca la genesi dello spaventoso buco di bilancio della città di Torino e le varie operazioni, immobiliari e non solo, che la stessa ha messo in piedi nel finora vano tentativo di mettere una pezza alla situazione.
Un ascolto consigliatissimo.

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Siamo oggetto di studio

Il progetto della exDiatto sta diventando oggetto di studio a vari livelli.
Mercoledì 20 alle ore 18.30 Urban Center Metropolitano organizza presso la sua sede (piazza Palazzo di Città 8/F) un incontro “Le Fabbriche. Società Automobili Diatto”, all’interno del ciclo “Architettura del Novecento a Torino -Restauro, riuso e memoria”.
Nel frattempo il progetto, e le reazioni che ha causato e sta causando, entrando nel corso di sociologia della comunicazione del corso di laurea in comunicazione interculturale, attraverso un elaborato dal titolo “Gentrification nel quartiere S.Paolo-Cenisia?”
Si inizia a parlarne, e questo è già importante.

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Via Frejus. Com’era, com’è.

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Cos’era la Diatto

SNIA è un nome che abbiamo già sentito in tanti, un’azienda non solo torinese, con un’attività più vicina nel tempo. Diatto invece è un nome ignoto a molti, ma invece molto noto agli appassionati di automobili.200px-Emblem_Diatto
La Diatto, nata nel 1835 come bottega artigiana in cui Guglielmo Diatto costruiva e riparava carri, è poi diventata una delle prime aziende italiane a produrre automobili (qui alcune loro pubblicità degli anni precedenti la prima guerra mondiale), e conosce il suo periodo di maggior splendore negli anni ’20, in cui dispone di più stabilimenti, in seguito, a partire dagli anni ’30, l’azienda inizia una fase calante che termina termina nel 1955 con la cessione alla Veglio SpA.
Una Diatto (la “Modello 30”) è esposta ancora oggi al museo dell’automobile di Torino.
Dal 1905 al 1933 le automobili Diatto partecipano a numerose competizioni, nel 1922, alla gara di inaugurazione dell’autodromo di Monza in pole position c’è una Diatto, per la Diatto corrono e vincono Tazio Nuvolari (a proposito suggeriamo una colonna sonora per questa lettura) e Gastone Brilli Peri
Per chi volesse saperne di più sulla storia di questa prestigiosa casa automobilistica (e non solo) segnaliamo questo completissimo sito, da cui abbiamo abbondantemente attinto. Senza nulla togliere alla rete, però, a noi però piacerebbe che di questa storia restassero tracce anche nel mondo reale.

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Progetti: fatti e misfatti

Dopo  l’interessante incontro di venerdì scorso con Luca Martinelli, ManifestoSoave di cui a breve pubblicheremo ampi stralci, mercoledì 13, sempre alle 21 continuiamo ad approfondire tutti i temi che ruotano attorno al progetto della città di Torino per la ex Diatto. Questa volta ci occuperemo delle procedure che regolano questo tipo di progetti, per capire meglio dove ci sono spazi per intervenire e fermare questo insensato progetto.
Ci aiuterà a capire meglio i meccanismi tecnici e burocratici di queste operazioni Emilio Soave, vicepresidente di Pro Natura Torino, che da anni si oppone a simili progetti.

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Fondo città di Torino

Il progetto di ‘riqualificazione’ dell’area ex Diatto è in mano al Fondo città di Torino, allora vediamo di capire meglio cos’è.
Prima di tutto, a chi fa capo. Nella pagina ‘Chi siamo’ si dice che il fondo fa capo a tre soggetti
– Prelios SGR (gruppo Gruppo Prelios , già Pirelli Real Estate S.p.A.), sottoscrittore del 36% del fondo e gestore dello stesso
– Città di Torino, che ha sottoscritto il 35% del fondo
Equiter (gruppo Intesa San Paolo) sottoscrittore del 29% del fondo
Questo il chi. Ma per fare cosa?
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A chi serve?

Venerdì 8 il primo di un ciclo di incontri con cui ci proponiamo di capire meglio il progetto che incombe sull’area ex Diatto. Per essere sicuri di capire bene abbiamo intenzione di guardare il problema da tutti i punti di vista, da quello storico, architettonico, ambientale, sociale, normativo, e anche da quello economico.

ManifestoMartinelliE proprio da quello economico partiremo con una serata in compagnia di Luca Martinelli, giornalista di Altreconomia (nel post Torino non ha buone carte abbiamo riportato un suo articolo) e autore di vari saggi (al fondo del post una bibliografia).
Con lui cercheremo di capire quali ragionamenti inducano il comune a intraprendere simili progetti, e come, in altre città che prima della nostra hanno intrapreso questa strada, si siano evoluti progetto di questo tipo, se riescano o meno a raggiungere gli obiettivi che si sono posti.

 

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La casa (occupata) di Barbapapà

L’altro giorno ci siamo imbattuti in un compagno di avventura che non ci saremmo aspettati.copertina Mentre stavamo distribuendo ad alcuni visitatori di Snia Estrosa dei volantini sul progetto una persona, che ringraziamo molto, è venuta a regalare al comitato un libro che ci ha colpiti per le tante analogie con la nostra situazione. Certo non tutto è proprio uguale però…. bè, vedete voi .
A noi non resta che darci da fare perchè la nostra storia assomigli più al finale che non all’inizo di questa avventura.

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Qualche immagine da Snia Estrosa

In attesa di un reportage più completo alcuni assaggi dell’allestimento dell’esposizione in via Cesana 24.
Li trovate qui (cliccare sulle immagini per ingrandirle)

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Parto gemellare?

Pare proprio che il progetto per l’area ex Diatto abbia un gemello, che dovrebbe nascere nell’area ex-Westighouse, a meno di un chilometro di distanza. Qualche mese fa Cronaca qui ne parlava in toni entusiastici, così come faceva tre settimane fa La Stampa, ma gira e rigira si ritrovano sempre centro commerciale (proposta di un nuovo ipermercato Esselunga) e parcheggio. In meglio c’è la previsione di uno spazio per un centro ricerche e una residenza universitaria, in peggio che ad alloggi nemmeno ci si pensa, si preferisce “quel grande centro congressi che Torino attende da decenni” (Emanuela Minucci, su “La Stampa”).
Questo progetto non è in realtà proprio un gemello, è nato sicuramente dopo, e solo l’altro ieri per la prima volta se ne è discusso in circoscrizione. Attendiamo di sapere com’è andata…

Aggiornamento al 7 febbraio.
Con nostra grande soddisfazione la circoscrizione 3 ha dato parere negativo al progetto. In merito vedi articoli di La Stampa e Torino Today

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