Che fine farà l’ex Gabrio

Csoa_gabrio_smallDa circa un mese il centro sociale Gabrio sta traslocando in via Millio, ed entro la fine dell’anno la vecchia sede di via Revello 3/5 dovrebbe essere completamente vuota. Stando alle dichiarazioni del comune questo dovrebbe permettere una rapida bonifica dell’amianto contenuto nella ex scuola, ma visto che dell’attendibilità delle promesse degli assessori ci siamo fatti nostro malgrado una certa esperienza, non cadiamo nell’errore di scambiarle per fatti concreti.
Per questa ragione mercoledì 13 alle ore 21 saremo nei locali di via Revello per chiedere all’assessore Passoni di prendere impegni precisi, sia sul come e quando sarà effettuata la bonifica, sia sulla destinazione futura dell’area perché il rispetto della vincolo con cui è stata ceduta al comune, ossia quello di avere una destinazione di pubblica utilità, sia rispettato nella sostanza e non solo nella forma. Per questo ci sentiamo di condividere le tre richieste che avanza anche il centro sociale Gabrio, ossia che
– Vi sia una bonifica nel pieno rispetto della normativa, in tempi rapidi e certi
– Il comune prenda un impegno formale per garantire che l’area non venga ceduta per speculazioni edilizie come quella in corso sull’area adiacente della ex Diatto
– Il comune prenda un impegno formale affinché l’area venga destinata ad un utilizzo pubblico, concertato con chi vive nel quartiere.
L’incontro è pubblico, quindi tutti sono invitati a venire ad ascoltare, e ad esprimere il proprio parere.

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I funerali della ex fabbrica Snia-Diatto

Si sono tenuti ieri sera i funerali della ex fabbrica torinese Diatto-snia rischiosa.
A rendere omaggio alle macerie un esiguo gruppo di torinesi, celebrava la funzione Sergio Donna con l’accompagnamento musicale del cantautore CisternaDonnaNovajra, a rappresentare le autorità il presidente della circoscrizione 3 Daniele Valle.
Funerali un pò tardivi direte voi, visto che la fabbrica è stata abbattuta a giugno, ma il libro che celebra la gloriosa storia delle due fabbriche scritto da Donna è uscito solo adesso (DIATTO & VISCOSA Due leggendarie fabbriche torinesi del Novecento in Borgata Cenisia di Sergio Donna Prefazione di Bruno Gambarotta Illustrazioni di Leonora Camusso), le ruspe sono state molto più veloci di lui.
Sergio Donna, oltre ad essere scrittore di fatti noti, (la storia della Diatto è ampiamente illustrata in questo sito e non solo), fa parte del Consiglio della Circoscrizione 3 la quale ha dato parere favarevole all’abbattimento della storica fabbrica evidenziando solo alcune criticità, forse per scaricarsi un minimo la coscienza.
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Nessuna novità

Come ci si poteva aspettare, l’incontro con la II e VI commissione consigliare del comune di torino (urbanistica e ambiente rispettivamente)noia non ha portato nessuna novità, ha solo rimarcato ancora una volta due gravi carenze dell’amministrazione, che le impediscono di avere un confronto proficuo con la cittadinanza.
Il primo problema è il distacco dalla realtà. La commissione, che inizialmente ci aveva accolto in modo cordiale, si è poi subito infastidita per lo scandalo di trovarsi di fronte dei cittadini offesi. Davvero si aspettavano qualcosa di diverso? Dopo aver demolito prima di aver ascoltato, dopo aver gettato nel dimenticatoio per oltre 4 mesi l’incontro prescritto da regolamento con le commissioni? E quand’anche fossero stati così ingenui da pensare che per noi tutto questo è normale, il fatto di aver presentato un ricorso al TAR contro il Comune e di aver sollecitato le indagini della Procura della Repubblica, non avrebbero dovuto essere sufficienti a convincerli del contrario? Continue reading

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Con la dovuta calma

bianconiglioCon la dovuta calma la nostra petizione contro la demolizione arriva alla discussione davanti alle commissioni competenti. O quasi.
Giovedì 31 alle ore 16 a palazzo civico i tre proponenti sono stati convocati per la discussione della petizione alle commissioni II e VI (urbanistica e ambiente). Sorvolando sulla scelta del giorno e dell’ora, che non sono proprio i migliori per invogliare alla partecipazione, ci sembra importante notare che resta esclusa la commissione bilancio che, essendo quella che deve gestire le partecipazioni del comune, è quella che, forte della sua quota del 35%, potrebbe metter becco nel modo in cui il fondo città di Torino gestisce i suoi immobili, e quindi sul futuro dell’area ex Diatto.
Da questa decisione sembra chiaro che la linea che il comune ha scelto di tenere sia quella di far finta di credere che la petizione riguardi solo la demolizione e non anche come utilizzare l’area, e di poter in questo modo essere liberi di congedarci dicendoci che probabilmente abbiamo anche ragione, ma che tanto ormai non ci si può fare più niente.
Invece per noi si può (si deve) fare ancora molto, sia per l’area ex Diatto, per cui bisogna assolutamente pensare ad un utilizzo pubblico, radicalmente diverso da quello del progetto attuale, sia per le altre aree del quartiere (Westinghouse, e Gabrio su tutte), per le quali sono previsti a breve interventi. Siamo stufi di veder piovere sul nostro quartiere decisioni prese a palazzo civico, o a Moncalieri, o chissà in che altro luogo, le decisioni che riguardano un quartiere devono essere prese insieme al quartiere.

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Amnesia comunale?

Forse i consiglieri comunali sono vittima di un’amnesia, altrimenti non si spiega perché l’incontro con le commissioni competetenti per discutere la nostra petizioneConsiglioComunaleFassino, che al 18 giugno ci era stato promesso per la settimana successiva, ancora non sia stato fissato.
Forse i consiglieri pensano non ci sia più nulla da discutere?
Se è così incorrono in un grosso errore: lo stop alla demolizione era da intendersi come stop del progetto, per permettere che venisse ridiscusso. L’abbattimento di edifici storici è un danno (ormai) irreparabile: motivo in più per evitare ulteriori disastri. Chiediamo quindi che almeno adempiano ai loro doveri, convocandoci per l’incontro con le commissioni, come i regolamenti comunali, che loro stessi hanno scritto, li obbligano a fare.
Spesso la politica viene accusata di rinchiudersi nei palazzi e dimenticarsi di cosa succede fuori di essi. Forse la storia di questa petizione (qui breve riassunto, da leggere dal basso in alto) è uno delle più lampanti dimostrazioni che l’accusa è fondata.

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Vuoto

internoGabrioAncora non è vuoto, ma il centro sociale Gabrio ha annunciato di aver già iniziato a traslocare la sua sede in via Millio, lasciando quindi vuoto lo stabile di via Revello 3. La palla quindi passa al comune che da tempo dice di aver stanziato i fondi per la bonifica dell’amianto presente nella ex scuola. Sulla base dell’esperienza maturata in questi mesi sulla questione della ex  Diatto ci permettiamo di avanzare alcune richieste che ci paiono di minimo buon senso
– Il rispetto, durante le operazioni di bonifica, di tutte le norme di legge e soprattutto del principio di precauzione. Relativamente alla ex Diatto, ad esempio, i lavori di abbattimento iniziarono senza che la strada adiacente (su cui precipitavano materiali, come documentato qui) fosse stata transennata, e senza curarsi delle abbondanti polveri (contenenti chissà cosa) che si sollevavano. Inoltre quando fu rimosso il tetto contenente amianto non furono in alcun modo avvisati i residenti delle case vicine. Episodi simili non devono ripetersi.
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Presentati ricorso ed esposto

WP_20131001_011Ora è tutto ufficiale, il ricorso al TAR e l’esposto alla Procura della Repubblica curati dai nostri avvocati sono stati presentati ed il giorno 9 ottobre ci sarà la prima udienza al TAR. Normalmente le prime udienze sono interlocutorie, ma nulla esclude che già mercoledì possa essere presa una decisione.
Per presentare alla stampa (che in verità non è sembrata avere intenzione di occuparsene più di tanto) le due azioni i legali martedì 2 si è svolta presso la sede del Gruppo Consiliare Regionale Progetto Partecipato una conferenza stampa, per ai partecipanti alla quale è stata distribuita questa cartella stampa, che crediamo riassuma piuttosto bene la vicenda Diatto ed i motivi del ricorso e dell’esposto.
Nei link qui sotto invece trovate
– L’intervento del consigliere regionale Biolè
– Un articolo da “La Stampa” del 2/10/2013
– Un articolo da ALI News del 2/10/2013
Come abbiamo già detto queste azioni legali non esauriscono la nostra attività, il quartiere è ancora poco e male informato rispetto a questa speculazione, e a quelle che sono in preparazione per aree vicine.
Quindi arrivederci a presto.

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Rieccoci

In realtà non ce ne eravamo mai andati (o quasi), ma abbiamo fatto un lavoro che funzionava meglio senza pubblicità, così questo blog è rimasto silenzioso per parecchio tempo. Ora però quel lavoro è concluso, tribunaleil suo risultato sono un esposto ed un ricorso al TAR che verranno presentati in una conferenza stampa martedì 1 ottobre alle 13,30 in via Dellala 8 (sede del Gruppo Consiliare Regionale Progetto Partecipato).
Questo esposto e questo ricorso li consideriamo due atti dovuti, per rispondere all’arroganza di chi non solo non si è minimamente preoccupato di tutelare il bene comune, ma, come contiamo di dimostrare, non è stato neppure capace di attenersi leggi e ai regolamenti vigenti. Di certo però non pensiamo che la nostra azione si debba limitare alle aule di tribunale: intanto aspettiamo ancora la convocazione per discutere la nostra petizione con le commissioni comunali competenti (che al 18 giugno ci era stata promessa entro i primi giorni del mese seguente), e poi abbiamo ancora molto da fare, sia riguardo alla Diatto che ad altri progetti che minacciano il quartiere.
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Risposta ai consigliere Marrone e Viale

Sul comunicato stampa relativo alla seduta del consiglio comunale di lunedì, ed in particolare alla ex Diatto, leggiamo alcune dichiarazioni del consigliere Marrone, cui vorremo chiarire alcune questioni.

Dice Marrone “… Quando c’è un ordine di sgombero di uno stabile, nello specifico quello dato in concessione al Gabrio che deve essere bonificato dall’amianto, non significa che si può occupare un altro stabile come “succursale”, anche se è vuoto e abbandonato.

Al consigliere è sfuggito il punto centrale. La Diatto non era occupata dal Gabrio, ma dal comitato sniarischiosa, e lo scopo dell’occupazione non è mai stato di creare una “succursale”, ma di segnalare, e, se possibile, impedire un progetto disastroso per il quartiere.

Perché si parla tanto dei reperti ma non si parla affatto degli attacchi organizzati di notte ai danni della polizia? Non si tratta di reazioni violente dovute alla rabbia spontanea del momento, ma sono attacchi programmati.

Consigliere Marrone, quella manifestazione ha dovuto cambiare percorso almeno 5-6 volte perchè le vie che si volevano attraversare venivano chiuse senza preavviso dalle forze dell’ordine, parlare di organizzzazione in questo contesto serve solo a renderela ridicolo.

Spero che durante i Diritto di Tribuna i firmatari prendano le distanze dagli autori dei gesti violenti

Durante il diritto di tribuna non l’abbiamo fatto, non sapevamo della sua richiesta, ma lo facciamo volentieri ora. Prendiamo le distanze dai reparti delle forze dell’ordine che hanno caricato senza aver subito alcuna aggressione non verbale, prendiamo le distanze da chi ha sparato lacrimogeni ad altezza uomo, o da chi li ha sparati sui balconi al quarto piano (si guardi questo video), e per buona misura le prendiamo anche da quei funzionari delle ffoo che al mattino, quando volevamo capire cosa stesse succedendo, si sono sentiti in diritto di irriderci. Li avremmo volentieri denunciati, se quando gliele abbiamo chieste ci avessero fornito le loro generalità.

Speriamo con queste informazioni di averla aiutata, permettendole di svolgere il suo lavoro in modo un po’ più accurato di quanto abbia fatto su questo argomento. Stando alle sue dichiarazioni di cui sopra non ci vorrà molto.

Al consigliere Viale, che afferma
Sulle prospettive per l’area ex Diatto sono state fatte scelte precise nel 2007 ed è impensabile chiedere di tornare indietro
Facciamo notare che quanto da lui detto risulta un po’ incongruo. Infatti nel 2007, e fino al 2010, sull’intero isolato insisteva un vincolo della soprintendenza beni architettonici che impediva di modificare l’esistente, quindi nessuno, in quegli anni, poteva progettare sull’area interventi come quello di cui si discute. A meno che, naturamente, non sapesse già che il vincolo sarebbe stato ridotto, ma questa è un’ipotesi cui non vogliamo credere, perchè in questo caso le conseguenze sconfinerebbero nel penale, e dunque non possono darsi da parte di chi afferma che “la legalità deve essere un valore per tutti

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Un diritto faticoso

Oggi è stato il giorno del diritto di tribuna in consiglio comunale. Ce lo eravamo conquistato nei mesi scorsi raccogliendo oltre 500 firme in calce alla nostra petizione, abbiamo dovuto riconquistarcelo oggi opponendoci alla decisione del commissario dei vigili (che, a suo dire, eseguiva ordini del presidente del consiglio comunale), che voleva limitare a 5 persone (più i tre sottoscriventi) l’accesso alla sala. Già ci pareva assurdo limitare l’accesso a 25 persone, ridurlo a 5, e comunicarcelo solo al momento Tribunadell’ingresso, ci pareva una dimostrazione del più totale disprezzo per noi cittadini, che in maggioranza abbiamo dovuto prendere permessi dal lavoro per essere presenti.
Dopo aver discusso a lungo, aver coinvolto anche lo stesso presidente Ferraris e il consigliere Curto, siamo finalmente riusciti ad ottenere l’accesso alla preziosissima sala. Con nostra sorpresa, nonostante il commissario dei vigili ci avesse detto trattarsi di un locale molto piccolo, ci siamo stati tutti e 25 (più 5 consiglieri comunali e alcuni giornalisti).
Qui di seguito il discorso che abbiamo fatto. Per le risposte alle domande posteci dai giornalisti speriamo a breve di potere recuperare gli audio.
Il consiglio comunale aveva discusso della questione ieri, qui il resoconto della seduta.
La rassegna stampa sul nostro intervento (in progressivo aggiornamento) è qui
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