Dal fantasma della cisterna al fantasma della bonifica

E dalla ex Diatto all’ex Gabrio. Due edifici, vicini non solo fisicamente, ma anche nel loro stato di abbandono, e nel disinteresse che l’amministrazione comunale riserva loro. Dopo aver tanto sbraitato per rientrarne in possesso una volta riavutili non se ne occupa, lasciando nel primo un cantiere con una bonifica infinita come le polveri che solleva, nel secondo edifici che, privi di manutenzione, vanno disgregandosi, e nel disgregarsi avvicinano alla luce e all’aria l’amianto che contengono.
Domenica 20 settembre saremo in via Revello, davanti all’ex Gabrio, per cercare di mettere in moto un dibattito mai partito su questo problema, che l’amministrazione preferirebbe liquidare con uno striscione ad effetto che probabilmente avrà fatto sobbalzare nella tomba il buon Rodari, mentre allontana dalla vista i cartelli che potrebbero realmente informare.
Inizieremo alle 17 con delle letture da Tifiamo Scaramouche, raccolta di racconti corale nata come spinoff dal romanzo “L’armata dei sonnambuli” del collettivo Wu Ming, in cui viene evocato un fantasma molto più gradevole di quelli presenti qui. A leggere saranno gli autori dei racconti. In parallelo alle letture ci saranno un laboratorio grafico per bambini ed un aperitivo condiviso, poi, quando la luce lo permetterà, passeremo alle proiezioni.
Invitiamo tutte le realtà che, come noi, si battono per la difesa del territorio, della salute e della memoria storica in questa città alla partecipazione; come sempre saremo ben lieti di ospitare banchetti informativi ed altro per dare spazio e voce a tutti.
Vi aspettiamo

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Dialogo improbabile tra l’architetto e la cisterna

fantasma2In attesa del piatto forte di sabato vi proponiamo un aperitivo letterario, un dialogo tra fantasmi, come tanti altri. La novità, casomai, sarebbe che la modesta cisterna, non una vecchia villa con imposte cigolanti o un castello battuto dai venti, assuma identità fantasmatica.

I due, di natura incorporea, potrebbero incontrarsi in Nuova Zelanda o nella capsula spaziale della Cristoforetti. A Corio Canavese dove è morto lui o in via Moretta dove è finita lei. In via Milano dove Piero il triste pranza in ufficio con un triste toast, sul tetto di un 55 fermo in corso Racconigi (un avvocato rampante ha lasciato il suv in doppia fila per comprare presunte verdure biologiche).
Dove vi pare, tranne sulle finte nuvolette del caffè Lavazza. Per favore, pietà, buon gusto, simpatia o se volete rispetto nei confronti di un altro Pietro. Più gioviale del primo, e ci vuol poco, ma non certo conciato da allegro tenutario come nello spot. Pensate se nel 2016 la Lavazza assumesse il triste e il PD candidasse Solenghi…ma questa è un’altra storia.

Fenoglio: E alura, la mia cita…Mia si fa per dire: ti han disegnata i giovani di studio, neh. L’avìa trop da fé, grandi progetti e carriera nelle banche, per occuparmi delle piccolezze. Però controllavo tutto e come, e se qualcosa non andava si rifaceva da capo. Perciò rincresce che ti abbiano buttata giù, ‘sti tangheri. Periodo strano: anni fa il villaggio Leumann lo hanno recuperato con tutti i crismi, nella stazionetta han fatto perfino un bar, in corso Francia trattano il mio villino come ’n monument nasiunal e a dui pass da lì a campu giù tut. Per fare qualche altra casa brutta, cara e col soffitto basso…O meglio, per bluché ‘l cantié ses meis dopo. Ho navigato a lungo nelle banche d’affari e nella finanza e non era certo un momento facile o limpido; te lo dico io: sono matti. Continue reading

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20 giugno 2015: Abitare il quartiere

AbitareilQuartiereColoriPoco più di 2 anni fa Prelios abbatteva illegalmente buona parte del sito storico dell’ex fabbrica Diatto-Snia Viscosa abbandonando poi macerie e terra di scavo nel cantiere di bonifica, aperto sulla carta ma mai realmente attivo.
Un pericolo per la salute pubblica del quartiere perché nei materiali scavati ed abbandonati in voluminosi mucchi di terra esposti al vento ed alla pioggia ci sono residui industriali altamente cancerogeni.
Noi del comitato abbiamo immediatamente e ripetutamente denunciato (vedi 1 , 2 , 3, solo per fare degli esempi) la situazione fino a quando Prelios non è stata costretta a trovare i soldi per riprendere la bonifica!

Questa ripresa è una nostra vittoria, il 20 giugno dalle 16 in poi ci ritroveremo in strada in via Cesana proprio affianco al cantiere per festeggiare, e contemporaneamente per far rivivere ancora una volta la Diatto con un laboratorio artistico uno spettacolo teatrale e proiezioni video, con la partecipazione straordinaria del fantasma della cisterna che non c’è più.

Ma soprattutto vogliamo raccontarvi come abbiamo deciso di costituire un’associazione per la difesa del patrimonio storico culturale del quartiere e la salute di noi cittadini, guardando anche all’altro cantiere di zona che resta un fantasma: quello della bonifica del ex centro sociale Gabrio, annunciata da grandi striscioni ma mai cominciata.
Per vedere il programma clicca sull’immagine.
Vi aspettiamo numerosi!

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L’assessore Lo Russo risponde no alle proposte dei residenti.

foto6Ieri finalmente l’assessore Lo Russo ha deciso di partecipare al consiglio di circoscrizione aperto come attendevamo dall’autunno scorso, ma di confrontarsi con i cittadini non ne aveva alcuna voglia.
Quello che ha fatto è stato lo show di un agente immobiliare intenzionato a vendere a noi cittadini il suo prodotto: Prelios continuerà a gestire l’operazione di bonifica, che sarà ripresa e terminata in nove mesi, e di riqualificazione, ahimè qui non vengono dati tempi, consistenti in nuove palazzine di 6/8 piani uno striminzito giardino nascosto e un area di uso pubblico su cui il comune non ha alcuna proposta, come mostra l’assessore offrendo un centro anziani nel goffo tentativo di conquistare almeno la simpatia di un’anziana partecipante al dibattitto. Il tutto garantito dal Pec votato dal consiglio comunale di Torino nell’ottobre 2012, su cui però non è stata mai firmata la definitiva convenzione. Quindi il migliore dei mondi possibili? Lo show svela subito le macerie sotto le parole patinate.
L’Arpa ha ammesso che, secondo comunicazione avuta da Prelios, la bonifica avrebbe dovuto essere già iniziata, ma prontamente Lo Russo afferma che forse dovremo attendere maggio per vedere la ripresa dei lavori. Forse? La salute dei cittadini può attendere secondo il nostro immobiliarista a palazzo civico
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Torino: una città che va a fondo?

Locandina Si tratti di grandi opere strategiche, oppure di più circoscritti interventi locali, come quelli di riqualificazione di un isolato industriale all’interno di un quartiere della nostra città, il rapporto tra gli interessi in gioco non cambia: quelli dei privati prevalgono in modo schiacciante su quelli pubblici.
Questo lo stato delle cose che vorrebbero farci accettare come inevitabile, impossibile da trasformare.

Laddove il cittadino provi a farsi meno spettatore per intervenire direttamente a difendere il proprio interesse, allora la prevalenza del privato si farà di pari grado più schiacciante.

Lo insegna fin qui, per certi aspetti, la vicenda dell’opposizione al Tav.
L’abbiamo osservato nel piccolo incrocio di strade che racchiudeva la Ex Diatto – Snia Viscosa.

Non solo la dinamica, ma anche gli stessi interpreti: una personalità giuridica diversa di volta in volta, buona come un vestito per ogni occasione, quello della speculazione, intreccio di prestiti tra istituti bancari e debiti con l’industria del cemento che stringono il nodo della cravatta del debito pubblico, a soffocare quel corpo fatto di tutti i componenti della collettività, tanto attuali quanto futuri, con i loro bisogni e diritti.

Oltre ad insegnare il peso insopportabile di un gioco in cui il vincitore ottiene la propria affermazione con il monopolio della violenza, rendendo irraggiungibili i luoghi del dibattito, per non parlare di quelli della decisione, questi stessi giorni di lotta contro il Tav ricordano come sia impossibile sbarazzarsi di una comunità che rinsalda le proprie convinzioni ed i propri legami nella conoscenza critica, nella padronanza di strumenti che permettono di comprendere e smascherare il discorso di chi impone gli interessi di pochi per il sacrificio di tutti.

Osservando quel che accadeva attorno e su di noi, attraverso il piccolo perimetro dell’isolato in quartiere San Paolo, abbiamo imparato a riconoscere quanto il piccolo caso stia nel grande, e viceversa.
L’abbiamo imparato grazie alle lezioni che ci hanno offerto, gli strumenti che ci hanno regalato, le nozioni che abbiamo sollecitato con le nostre domande.
In primis il Prof. Semi, con la spiegazione del fenomeno storico della Gentrification (parte1,parte2,parte3), che ha trasformato le città del mondo prima ancora che la nostra Torino.
Fu poi il ricercatore Pietro Cingolani, a spiegare a noi ed alla Commissione Urbanistica del Comune perché l’operazione di riqualificazione della Ex Diatto – Snia non risponde alle esigenze del quartiere.
Il giornalista Luca Martinelli ci ha raccontato come queste operazioni di finanza edile abbiano contribuito a creare il buco nei bilanci pubblici delle nostre città.

Conoscere il contesto in cui è inserito il pezzo di città che cerchiamo di preservare alla vita pubblica del quartiere, concentrarci sulla sua realtà particolare, ci ha condotto dritto in bocca a questioni che coinvolgono tutti.

La situazione attuale del cantiere aperto sulle ceneri della Ex Diatto – Snia Viscosa ci spinge ad occuparci nuovamente di quel che apparentemente sta lontano dalla sua stretta realtà.
Un cratere di sabbie inquinate costringe a parlare di istituti finanziari ed amministrativi che ne detengono la proprietà ed attraverso i quali passano i suoi destini.

Poseremo la nostra lente d’ingrandimento sui Fondi Speculativi Immobiliari, aiutati come sempre da qualcuno che ne abbia studiato i funzionamenti, convinti che la chiarezza e la forza della nostra conoscenza possa essere il primo bastone nelle ruote del funzionamento fumoso e torbido dei meccanismi dell’amministrazione che non sembra tutelarci dall’andare a fondo della loro unica soluzione, la colata di cemento senza fine in cui vogliono seppellire le nostre città.

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Lettera allo SPRESAL

GennaioDopo la preoccupante risposta ricervuta dall’ARPA abbiamo scritto una lettera allo SPRESAL(Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro), e al Servizio Ambiente del comune di Torino, per chiedere la messa in sicurezza e una sorveglianza continuativa del cantiere. La riportiamo di seguito, qui a fianco una foto, scattata circa un mese fa, documenta lo stato di abbandono del cantiere (cliccarci sopra per ingrandire)

 

Torino 14 febbraio 2015
Spett.le:

Dr.ssa Annalisa Lantermo
Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro
Asl 1 Torino
Via Alassio, 36/E
10126 Torino

Dr. Enrico Bayma
Comune di Torino
Direzione Ambiente
Via Padova, 29
10152 Torino

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Una risposta dall’ARPA

A fine dicembre 2014 ci scrive l’Arpa in risposta ad una missiva della neonata associazione Amici di Via Revello (qui testo completo).
SONY DSCNella lettera si chiedevano delucidazioni sulla stato dei lavori di bonifica e sui rischi per la salute della popolazione residente data la presenza nei terreni di elementi cancerogeni e di amianto, nella risposta l’Arpa conferma i nostri sospetti: vi sono nel terreno sostanze cancerogene e sono ancora presenti pilastri di amianto per ora ancora interrati.
L’Arpa ci informa anche che i lavori di bonifica sono effettivamente interrotti e la bonifica e sta completata solo al 40%. Meglio che niente, conclude l’Arpa in maniera consolatoria, dato che il rischio così si è ridotto.
Siamo sempre in Italia, lo sappiamo, ma non accettiamo che il cantiere resti in sospeso: un rischio ambientale e sanitario è presente per la popolazione e questo è inaccettabile.
Negli ultimi giorni, non sappiamo se in qualche modo in conseguenza della lettera, nel cantiere si è avuto, per la prima volta da mesi, un certo movimento di tecnici intenti ad effettuare rilevamenti. Cosa misurassero, e cosa abbiano rilevato non ci è dato sapere, ma certo questo fatto ci conferma che un controllo attento e costante dei movimenti dentro e intorno al cantiere è necessario, per far si che la proprietà si assuma la responsabilità degli eventuali danni, dato che possiede un terreno potenzialmente pericoloso e lo lascia in stato di semiabbandono.

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Residenza collettiva di via Malta

LoRussoMentre restiamo in attesa di incontrare nuovamente l’assessore Lo Russo, come lui stesso aveva promesso in occasione del consiglio aperto del 14 luglio scorso, ed avere un impegno chiaro sulla fine dei lavori di bonifica nel cantiere Diatto, che ricordiamo giace sospeso ed abbandonato con i conseguenti pericoli per la nostra salute, apprendiamo, con costernazione, che in quartiere arriverà una nuova colata di cemento.

Il 17 ottobre infatti, con i soliti toni trionfalistici, l’assessore Passoni e il nuovo presidente della 3° circoscrizione Daniele hanno annunciato la costruzione (citiamo dal comunicato stampa) “di una residenza collettiva per ultracinquantenni che necessitano di assistenza, con affitti calmierati”.

Leggendo si scopre che per un trilocale (camera, cucina e bagno) l’affitto mensile sarà di 750 €, riducibili di un ulteriore 20% (= 600 €) su segnalazione della città di Torino.

Una cifra sproposita anche nel mercato privato!
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Esterofilia e necrofilia della stampa italiana. Noi qui ed ora guardiamo al domani

StampaFenoglioChe la stampa nostrana fosse esterofila l’avevamo capito bene, facendone le spese sulla nostra stessa pelle, nei giorni del giugno 2013, quando i giornali osannavano le coraggiose proteste democratiche dei giovani turchi nel Gezi Parck di Istanbul, condannando, con una capriola ardita della logica, come un gesto di eversione organizzata la nostra protesta per l’occupazione militare del quartiere, con cui venne condotta l’operazione di abbattimento dello stabile ex Diatto.

Nei giorni scorsi abbiamo potuto apprezzare un altro interessante risvolto di questa doppia morale morbosa: dopo l’esterofilia la necrofilia.
In questo articolo de LaStampa di Torino si tessono le lodi del grande architetto torinese Pietro Fenoglio, “colui che ha fatto di Torino la capitale italiana del Liberty“.
Peccato che le roboanti colonne del nobile quotidiano non avessero speso neanche un trafiletto per sostenere la nostra voce quando abbiamo cercato di salvare la fabbrica che, disegnata da Fenoglio, aveva dato per prima il via all’industria automobilistica della città.
E’ interessante vedere come però oggi, dalle colonne di quello stesso giornale, si rimpianga l’operazione di abbattimento e si disprezzi la pochezza del progetto che rimpiazza lo stabile, quell’ennesimo supermercato…
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Scricchiolii

Apprendiamo crepa_smalloggi dalla stampa specializzata che Prelios ha venduto (o meglio, svenduto, con una riduzione di valore del 28%) tutti gli immobili di un suo fondo d’investimento denominato “Olinda”. Questa operazione si è resa necessaria perché l’incasso di 303 milioni serve per coprire un debito di 300 milioni della stessa Prelios.
Nonostante questa operazione però non pare che gli azionisti di Prelios si sentano tranquilli, dalla stessa fonte apprendiamo infatti che Pirelli vuole cedere la quota del 15% che detiene in Prelios
Insomma, sembra proprio che il gestore del fondo città di Torino sia in grosse difficoltà economiche, come del resto avevamo già capito dal fatto che i lavori di bonifica nell’area Diatto fossero fermi da mesi. Questa notizia però dovrebbe far suonare un campanello d’allarme nelle stanze dell’assessore LoRusso e di tutta la giunta comunale, facendo loro capire come sia stata una pessima idea concedere una proroga per i lavori.
Come faceva notare l’altra sera il rappresentante dell’ARPA presente al consiglio della circoscrizione 3 il comune ha la facoltà di sollecitare il privato a far riprendere i lavori per il benessere pubblico. Sempre che del benessere pubblico gli importi qualcosa.

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